Verdi risaie di Dubai
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Elon Musk
Grandi cose promette il 2016 per l'auto. Dopo cambiamenti di facciata e polvere. Due quelle fondamentali: la guida autonoma e il motore elettrico. E' del 13 Gennaio l'annuncio di Obama. Uno stanziamento pubblico di quattro miliardi di dollari. Che danno un segnale: la politica c'è. Poi, il motore... Scopri di più
Era il 1997...
Mi torna in mente il 1997. Avevo il computer da tre anni. Ero appassionato di Wired. C'era già l'home banking online. Sul quale era scoppiata una moda scema: il trading. In pratica: tutti potevano comprare e vendere azioni, sul Nasdaq. Direttamente da casa,senza intermediari. Una rivoluzione. Poi,... Scopri di più
Energia da Esplorare
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Sharing economy alla Festa dell'Unità - UNA...
(Una cronaca immaginaria... Non è come quella vera, è meglio) Sorprendente incontro sulla sharing economy. Fin dalla presentazione. L'ha fatta la fiammeggiante Benedetta Brighenti. Ha parlato di Uber. Che minaccia i tassisti e crea posti di lavoro. Abbassando il costo dei trasporti. Come far... Scopri di più
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Domenica, 24 Gennaio 2016 14:03

Elon Musk

Grandi cose promette il 2016 per l'auto. Dopo cambiamenti di facciata e polvere. Due quelle fondamentali: la guida autonoma e il motore elettrico. E' del 13 Gennaio l'annuncio di Obama. Uno stanziamento pubblico di quattro miliardi di dollari. Che danno un segnale: la politica c'è. Poi, il motore elettrico. Sinonimo di Elon Musk e della sua "auto Tesla". Un cavallo di Troia che arriva dal futuro. Non per entrare nel mercato ma per trasformarlo. Come fu per i trattori nel 1950. Quando i pregi sui cavalli superarono i difetti. E i cavalli sparirono. Senza incentivi, un effetto domino dal basso. E la Tesla, oggi, è così. Si carica in casa. L'autonomia supera i quattrocento chilometri. Non ha quasi manutenzione, e vita quasi illimitata. Si compra on line, abolendo i concessionari. Poi: i brevetti Tesla sono resi "open source". E l'America è coperta di stazioni di ricarica Tesla. Che aumenteranno. Gratis per i proprietari, per sempre. Accessibili a tutti. Chi ha fretta fa il cambio batteria. Grazie a un robot, in un minuto. Per circa ottanta dollari. Batterie delle quali Tesla diventerà produttrice. In una fabbrica che raddoppierà la produzione mondiale. Da sola. E con tutto questo Elon Musk non è un industriale. Piuttosto un visionario. Che accelera un futuro che, dice, avverrà con la Tesla o senza. Perchè i trattori vincono sui cavalli. Una BMW elettrica è come un nuovo telefonino. La Tesla è il primo Iphone. E l'auto tradizionale farà una scelta. Seguire la Samsung e prosperare, o la Nokia e sparire. Questa la visione. Poi: i petrolieri che faranno? Diventaranno filosofi?

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Mercoledì, 16 Dicembre 2015 11:03

Era il 1997...

Mi torna in mente il 1997. Avevo il computer da tre anni. Ero appassionato di Wired. C'era già l'home banking online. Sul quale era scoppiata una moda scema: il trading. In pratica: tutti potevano comprare e vendere azioni, sul Nasdaq. Direttamente da casa,senza intermediari. Una rivoluzione. Poi, un broker ebbe una idea. La spiego con un esempio. Avete, poniamo, un milione di dollari. Volete investirli. La via "normale" è: telefonate alla banca. Prendete appuntamento. Un banchiere vi riceve e vi fa anche il caffè. Non gratis. Vi può costare, poniamo, mille dollari per un'ora. Poi succede questo: lo stesso banchiere ricicla questo lavoro. Ne ricava una mail di consigli: compra questo e quello. Aggiornandola: vendi subito questo, compra più dell'altro. A voi, queste mail interessano. Avete mille dollari, non per un'ora in tutto. Che fate? Vi abbonate. Per esempio, poniamo, cinquanta dollari all'anno. Conviene a tutti. Per primo al banchiere. Prende solo cinquanta dollari in un'ora ma da 5000 persone. Poco dopo dà il via a una community. Fatta dai suoi abbonati, che in pratica fanno un gioco di ruolo. Chi consiglia meglio e investe meglio vince. Su portafogli virtuali e non. E' una rivelazione. Quasi open source puro. Tutti ad armi pari. Il broker di Wall Street, il transessuale, il meccanico, la puttana, il matto. Una comunità virtuale ma calda. Che ancora rimpiango... questo nel 1997, circa. Nel 2006 Time fa la copertina sul WEB 2.0. Cioè su tutto questo. Time non anticipa mai: notifica. Mette il timbro ufficiale.

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(Una cronaca immaginaria... Non è come quella vera, è meglio)

Sorprendente incontro sulla sharing economy.

Fin dalla presentazione. L'ha fatta la fiammeggiante Benedetta Brighenti. Ha parlato di Uber. Che minaccia i tassisti e crea posti di lavoro. Abbassando il costo dei trasporti. Come far pagare a Uber le tasse? Difendere i suoi lavoratori? Indennizzare i tassisti? La politica è capace di farlo? Lo vuole?

 

Poi, Christian Iaione. Ha paragonato la sharing economy a un tessuto scozzese. Dove le righe si intersecano ma non confondono. Le ha nominate: open source, volontariato, economia di sussistenza di Jerome Lanier. Sempre rivolgendosi a uno spettatore immaginario. Di dodici anni. Un segnale preciso. Diceva Ezra Pound: "L'incompetenza si manifesta con l'uso di troppe parole."

 

Infine Anna Ferri. Precisa, pallida, bella. Ha curato un gruppo di ascolto, commentando le email migliori. Una diceva: "La sharing economy pesta i piedi di molti. Non solo dei tassisti. E' un ponte verso il futuro. Ci sarà un prezzo da pagare. Fino a che punto difenderla? La capiamo la posta in gioco?".

 

Già, la capiamo?

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Martedì, 12 Maggio 2015 13:00

La rissa ad occhi chiusi

Sono rimaste fuori cose grosse. Come l'economia open source, la rifondazione del lavoro, del welfare, del tempo libero. Ma alla fine l'incontro c'è stato. Quello sulla intelligenza artificiale, al Ginzburg di Modena. Per il Globalpub una prima volta assoluta. Buona. Peccato non aver parlato di Martin Ford, il guru della Silicon Valley. E' uscito il suo libro il cinque Maggio. Tanto chiaro da sembrare scolpito... Dovrebbe essere lettura obbligata per i "5 stelle". Per "inquadrare" il salario sociale. Che fuori contesto suona come "la luna nel pozzo". E proprio oggi, 8 Maggio, Repubblica parla del Boom dei robot in Cina. Impressionante. Non poteva esserci, non c'è stato, non ci sarà l'incontro tra Donato Pivanti e Federico Pistono. O meglio, c'è stato nella mia fantasia. Uno scontro. Pistono che accusa Pivanti di fare lo struzzo. Di negare l'evidenza della fine del lavoro. Per interesse di bottega. Di essere un ipocrita, un cinico, un mascherone. Pivanti dice a Pistono che è un fighetto ossigenato, che non ha mai visto una fabbrica. Che è facile sembrare furbi da New Tork, dove abita. Vada piuttosto ai cancelli della Indesit, a parlare con i licenziati...

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Giovedì, 16 Ottobre 2014 13:46

Pensiero molesto

Quante notizie... Cominciamo da Helliott Higging. Un tipo grassoccio, pacifico, sulla trentina comoda. Dirige il sito "Belling cat". E' al tavolo, nel suo ufficio senza pretese e parla. Chi lo ascolta, o meglio lo intervista, è un giornalista della BBC, della trasmissione Click. Helliott aveva, ha, un'ossessione, iniziata con la rivolta in Libia. Localizzare le foto dei social network. Ad esempio, c'è un campo di addestramento dei terroristi. Nello sfondo c'è un muretto, o una collina. Dove sarà? Ecco, il software lo trova. Setacciando un archivio gigantesco. Aperto a tutti, open source. Non sempre: qualche volta, con molta o moltissima fortuna. Strano che non sia stato inventato prima. Che nessuno parli più dei favolosi satelliti militari, quelli che leggevano anche il giornale. Forse usati giusto per quello, risparmiando la versione cartacea. A proposito, e i droni? Perchè non si usano per bloccare le strade, nelle zone di guerra? Rendendo i combattimenti impossibili, sequestrando i sequestratori?

Poi, andiamo in Germania. Da un gruppo di ingegneri, nella ditta DVN GN, grande cantiere navale. Ne parla Spiegel on-line e Repubblica. Stanno progettando la prima nave senza pilota, sono bloccati da mesi o anni. L'aiuto arriva da... Mart Rover, la sonda su Marte della NASA o meglio, dalla impagabile esperienza accumulata. Nel senso che i tedeschi chiedono una consulenza alla NASA e si "sbloccano". Ora l'idea di nave-drone è realtà. O meglio il suo prototipo funzionante, in scala uno venti. Grazie a gente diversissima che magari detestano. E invidiano. Non c'è ironia in questo?

Infine una consacrazione di fatto. Un battesimo di fuoco. Meglio dell'articolo di un premio Nobel sul New York Times. E' un documento dell'Isis, il gruppo terrorista. Senza giri di parole chiede piccole donazioni. Non con un bonifico bancario. Con... Bitcoin! Usando "Dark Wallet", un sofware per transazioni invisibil. Di colpo il dibattito sulla sicurezza invecchia. Il problema non è risolto ma superato. L' affidabilità dei bitcoins sarà vista come quella degli aerei. Della probabilità di incidenti si occuperanno i soli esperti. Chi, più che la sicurezza, cerca la certezza matematica. L'ombra della tecnologia è pari alla sua luce. Un pensiero molesto.

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Lunedì, 29 Settembre 2014 13:41

Microeconomia su ruote

Sembra un brano di Madonna, una "cover", trovata chissà dove e rifatta. A un volume che più alto non si può. Parte di una "compilation" teoricamente in vendita. Poi ci sono le luci. A Led, di colori più che accesi, lampeggianti e non. Tra l'albero di Natale e la discoteca. Invece siamo sull'autobus, dopo il tramonto. Ad Acapulco. Due ore fa, qui, ci poteva essere di tutto. Cantautori, poeti, erboristi dalle pozioni magiche. E poi venditori, certo. Di bevande, frutti, dolci. Agili come gatti. Una microeconomia su ruote. In realtà estesa fuori e grande. Studiata pochissimo. Tra questi Loretta Napoleoni e una inchiesta di "Wired". Non esattamente "open source" e mai troppo lontana da essa. Si entra dall'autobus come si esce: con il cenno di una mano. In ogni punto del tragitto, come su un taxi. Pagando con quello che si ha. Direttamente all'autista, che dà il resto con una specie di pallottoliere. Di meglio c'è solo Hong Kong (che io sappia). Un biglietto per tutto: metro, bus e traghetti. Una mini carta di credito, usa e getta, ricaricabile. Già nel 2000. Bologna invece....Un solo dettaglio, per capirci. Hanno diviso la città in zone, ognuna con un biglietto diverso. E dopo una certa ora... stop! Nessun collegamento tra Bologna e Parma. Neanche una navetta all'ora. Acapulco e Hong Kong sono lontanissime. Nello spirito prima che nella geografia.

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Martedì, 22 Luglio 2014 13:28

Capitolo 6 - La libertà del nostro secolo

Modena, periferia, piccolo locale. Insegna: "Globalpub". Intervista a Patrizia, inventrice di "Victor". Detto il dormitorio 2.0 e la casa di scorta.

"Patrizia, una storia non cortissima. Vogliamo riassumerla? Scegliamo tre frasi chiave e le commentiamo: programma di cucina, mattoncini lego, working poor."

Patrizia: "Vediamo. Il primo è una gara tra cuochi, sulla BBC. Un'ora di tempo e un' identico pacco di ingredienti."

"Hai messo gli architetti al posto dei cuochi. Mattoncini lego....?"

Patrizia: 'Immagina una scatola enorme. Sopra c'è scritto "Cameron Sinclair - Architecture for humanity"."

"Andiamo sul difficile..."

Patrizia: ' Sono progetti open source . Già realizzati in 104 paesi del mondo'.

"Quelli che copi, adatti e restituisci..."

Patrizia: "Certo. Parti gratis dal lavoro degli altri, gli altri partono gratis dal tuo. Tutto vecchio, come i trulli di Alberobello."

"Internet magari meno..."

Patrizia: "E con lei si passa dal cortile al mondo. Davvero, l'open source funziona come la selezione di Darwin. Estesa al pianeta, in contemporanea."

"Dammi uno slogan pubblicitario..."

Patrizia: "Nel secolo finito la libertà era avere la Panda. Oggi è essere una micro Fiat."

"'Working poor...?"

Patrizia: "Sono chi lavora part time, o sottopagato, e non arriva a fine mese. Una cosa affrontata poco, con timidezza politica enorme. E' la fetta grossa degli inquilini di Casa Victor. Aggiungo io una parola chiave.'

"Aggiungi"

Patrizia: "Sdoganare. I jeans non fanno pensare agli scaricatori di porto, "Casa Victor" non sarà associata alla povertà. Non posso dirti come. Ti faccio parlare con chi ci pensa."

"Chi è?"

Patrizia: "Dovresti dire "cos' è"! E' creatività allo stato puro. Uno fissato con il Capodanno del 2020. Che, dice lui, sarà il giorno più importante della sua vita. Vive in una fattoria, a Reggio Emilia. Si chiama Bamil."

Pubblicato in Time 2.0

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