Il nome "Strand" non è come la Coca Cola. E' una industria alimentare giapponese, non famosissima. Sta costruendo uno stabilimento. Di medie dimensioni, sotto i quattromila metri quadri. Che impiegherà quasi solo robot. E che produrrà, da subito, 50.000 vaschette di insalata, al giorno. Destinate a diventare 500.000 (al giorno) in cinque anni. "Produrrà" in senso letterale. Non è la Barilla. E' una "fattoria verticale". Un serra a più piani, di aspetto farmaceutico. Sigillata. Anche da invasioni di cavallette o epidemie di Ebola. L'aria è filtrata e trattata. Usa il 95% di acqua in meno. Mai più pesticidi. Impatto ambientale quasi zero. Questo il progetto di oggi. Ma... dopo? Ci sarà una "fase 2"? Una evoluzione?
No, non c'è una terza fabbrica. Che potrebbe fornire grano o riso per tutta Bologna. Costa troppo. Eppure... le nuove luci a LED, della Philips, consumano già oggi il 30% in meno. I robot costeranno meno... quel giorno si avvicina. Il giorno delle risaie a Dubai. Quando le fattorie verticali saranno competitive. E finirà la nostra dipendenza da terra e clima. E con essa un'epoca: i diecimila anni della rivoluzione agricola. La fattoria verticale, oggi, è come un prototipo di smartphone. Pesante un chilo e che costa diecimila euro. Altre due tecnologie sono così: l'auto elettrica e la guida autonoma. La "quarta rivoluzione industriale" le toglierà dal limbo, queste e molte altre. Mantenendo le promesse della terza. Non ha ancora un simbolo, come il motore a vapore. Ma un'anima sì: è l'intelligenza artificiale. Che è diffusa, come l'energia elettrica. Che è così simile al vapore nella potenza e così diversa. Per capire il suo impatto proiettiamoci nel futuro. Quello vicino, diciamo 'dopodomani'. E non partiamo dalla Silicon Valley, ma da due posti a sorpresa. Il primo è in Africa. E' un villaggio poverissimo..
(continua)