Grandi cose promette il 2016 per l'auto. Dopo cambiamenti di facciata e polvere. Due quelle fondamentali: la guida autonoma e il motore elettrico. E' del 13 Gennaio l'annuncio di Obama. Uno stanziamento pubblico di quattro miliardi di dollari. Che danno un segnale: la politica c'è. Poi, il motore elettrico. Sinonimo di Elon Musk e della sua "auto Tesla". Un cavallo di Troia che arriva dal futuro. Non per entrare nel mercato ma per trasformarlo. Come fu per i trattori nel 1950. Quando i pregi sui cavalli superarono i difetti. E i cavalli sparirono. Senza incentivi, un effetto domino dal basso. E la Tesla, oggi, è così. Si carica in casa. L'autonomia supera i quattrocento chilometri. Non ha quasi manutenzione, e vita quasi illimitata. Si compra on line, abolendo i concessionari. Poi: i brevetti Tesla sono resi "open source". E l'America è coperta di stazioni di ricarica Tesla. Che aumenteranno. Gratis per i proprietari, per sempre. Accessibili a tutti. Chi ha fretta fa il cambio batteria. Grazie a un robot, in un minuto. Per circa ottanta dollari. Batterie delle quali Tesla diventerà produttrice. In una fabbrica che raddoppierà la produzione mondiale. Da sola. E con tutto questo Elon Musk non è un industriale. Piuttosto un visionario. Che accelera un futuro che, dice, avverrà con la Tesla o senza. Perchè i trattori vincono sui cavalli. Una BMW elettrica è come un nuovo telefonino. La Tesla è il primo Iphone. E l'auto tradizionale farà una scelta. Seguire la Samsung e prosperare, o la Nokia e sparire. Questa la visione. Poi: i petrolieri che faranno? Diventaranno filosofi?
Due eventi, contemporanei o quasi. Un discorso ufficiale alla Casa Bianca, a Washington. Di uno dei due autori di "The second machine age", su invito di Obama. Poi, la presentazione del libro "Ripartire dal lavoro", alla "Libreria delle Moline", il 19 giugno a Bologna. Il tema è comune: quello che sta succedendo alla economia. Lo svolgimento no. Da una parte l'opinione corrente nella Silicon Valley, dall' altra quella del "Centro studi Ires". Con: Davide Dazzi, Cesare Minghini, Fausto Anderlini e Cesare Melloni. Visualizzabili come: un capogruppo di "Avventure nel mondo", un direttore di filiale della banca accanto, il gestore di una taverna greca, un coltivatore diretto transgenico. Minghini potrebbe gestire una rissa a bassa intensità energetica. Con turpiloquio, bestemmietta, primo portacenere che vola. Poi può subentrare Anderlini. Fino al lancio degli estintori, armi da taglio escluse. Il libro verte su una domanda del tipo: "meglio malati e brutti o sani e belli?". Condensabile in: "Vi piacerebbe discutere i cambiamenti che vi riguardano?". Tradotto in questionario, distibuito a 4000 operai. A risposta scontata. Uno zabaione di solo albume. Obama non mette a fuoco la soluzione (ma il messaggio è: cerchiamola), l'IRES non mette a fuoco il problema. Per voluta cecità? Per calcolo? Per cosa? Si possono disinventare le invenzioni? Chi difende i nuovi diritti, se nessuno vuole vederli? Mia zia? Quella di Gallino? La vostra?