Anche quest'anno. Vado alla SAI di Modena e rifiutano la carta di credito. Sarà così per sempre. E' una certezza. Più che una legge fisica un chiodo. Che speriamo non tolgano proprio ora. Perchè questa arretratezza è oro. Può diventarlo. Costruendoci attorno un brand. Partendo dal logo. Che può essere il dinosauro, ispirato dal coccodrillo della Lacoste. Proseguendo con le sedi. Che possono camuffarsi da parco a tema. Bastano la cartapesta e i faretti. Ogni ufficio sembrerà una grotta. Consigliate le giacche tigrate. Più cautela con il tanga leopardato. Che andrebbe valutato caso per caso. E la SAI diventerebbe riconoscibile. Più di Disneyland. Altro che bitcoins! Tra un anno saranno come Testimoni di Geova. Tra due come mormoni. Fra tre come gli Amish.
La Silicon Valley sfida il mondo? Modena risponde: con la "post-logica". Funziona così. Pensate ai laghetti Curiel, sul fiume Secchia. A soli dieci chilometri, a Campogalliano. Andate sul sito del comune. Cercate "Modena-Campogalliano" tra le piste ciclabili. La cliccate e... la "post-logica" appare! C'è la descrizione dell'itinerario. Ma non svolte, distanze, avvisi. No. Solo tre punti nel percorso, con la loro altezza sul livello del mare. Fondamentale nell'impervia Pianura Padana. Una logica superiore. Ma... si estenderà fuori dal virtuale? Nella ciclabile? Per fortuna sì. Mi dirigo a San Cataldo, all'uscita della città. Una zona banale. Per fortuna ci sono gli urbanisti. Un cavalcavia ben attorcigliato ed ecco: Sembra Los Angeles. Arrivo a Ponte Alto, al fiume. Affiancato ai lati da due sentieri. Impossibile sbagliare... Prendo quello di destra. Tutto post-logico. Erbacce senza risparmio, un ragionevole degrado. E un chilometro più in là colpo di scena. La pista non finisce, l'asfalto sì. E davanti erba a livello amazzonico. Un capolavoro della "post-logica". Ed è bastato nascondere le indicazioni. Peccato non poterle mettere direttamente sbagliate. Peccato non fare un passo in più: promuovere finalmente la ruota quadrata.
Leggo con curiosità: "Sindacato: dove sei?". Una intervista di Anna Ferri all'ex segretario della CGIL di Modena. Su "Converso", magazine on-line del 17 marzo. Donato Pivanti, questo il suo nome, mi ricorda un amministratore di condominio. Bravissimo, il tipo che capisce le clausole dei contratti. Che tutti vorremmo avere. Che però non vede una frana, che passa sotto l'edificio. Che porterà via tutto. Forse la vede ma la ignora. Frana che, fuori metafora, è la nascente economia post-industriale. E qui mi viene in mente Federico Pistono. Conosciuto da quattro gatti qui, esperto di fama mondiale all'estero. Al punto da essere intervistato da "Analysis", programma di approfondimento di BBC4. In un mondo perfetto si parlerebbero, lui e il sindacalista. Pistono guadagnerebbe in concretezza, Pivanti in lungimiranza. E qui arrivo al punto. Il problema del sindacato è la visione complessiva. Non vedere, e non guardare, oltre la siepe del condominio. Chi parla male già pensa male. Il problema è la chiarezza. Avercela. Il resto viene da solo e dopo. Davvero non si possono avere, assieme, chiarezza e concretezza?
Sembra un quadro astratto. Invece è uno schermo, in Via Belle Arti 54, a Bologna. Siamo alla conferenza di Alessandro Vespignani, uno specialista di livello internazionale. Il grafico parla di Twitter. Di come ha cambiato sondaggi, pubblicità e politica. "Scavando" nelle nostre vite, esponendole.
Esco con un senso di vertigine. Poi torno con i piedi per terra, a Modena.
Telefono alla Gazzetta per un necrologio (niente numero sulla home page). Mi dirottano all' "Agenzia Manzoni", la stessa della pubblicità. Da anni l'annuncio si può fare solo il giorno prima. Solo con carta di credito. Esclusi bonifici online e pagamenti diretti. E da quest'anno bisogna scannerizzare e spedire la foto. L'archivio, che già esisteva, è andato distrutto. Per un passaggio di proprietà, dicono. Come prelevare una pizzeria e gettare i piatti. Tanto i clienti da "mulino bianco" non se ne accorgeranno, vero?
La Gazzetta è un giornale locale e Modena non è Tokio. Tutte le foto stavano in una chiavetta USB. Attenzione. Vi state perdendo non la briciola ma la fetta grossa. Questa non è una macchia isolata su una veste professionale intonsa. E' una merda intera su un gessato di Armani. Non è più sostenibile, elegante ed efficiente l'intelligenza artificiale? Senza inglese sgangherato, faccione volgare e Porsche? La minaccia tra noi non è l'intelligenza artificiale. Non è neanche quella umana fuori dai ranghi. E' l'intelligenza nana, limitata. Manageriale e non!