Capitolo 1 - Il rischio che è obbligatorio correre
Il giornalista di Time 2.0 ha scelto una storia che racconta tutto. La ricchezza che nasce in modo nuovo. Va distribuita in modo nuovo. Alla fattoria è compito del padre, nella società è compito della politica. L'ozio "costruttivo" diventa importante come il lavoro. Ci definisce. Permette i... Scopri di più
Capitolo 2 - All'ombra di un albero
Si dice che Aristotele detestasse la tecnica. 'Perchè inventare cose nuove quando abbiamo tutto?'. Come esempio di felicità perfetta citava Socrate. Felice coi suoi soli pensieri. Seduto da solo all'ombra di un albero. Aristotele dimenticava una cosa. La civiltà greca era un miracolo ma non per... Scopri di più
Capitolo 3 - Socrate 2.0
L'articolo prosegue. C'è un fotomontaggio. Ricalca il logo del Kindle, il lettore della Amazon. Dove si vede la sagoma di un ragazzo che legge sotto un albero. Qui la sagoma è quella di Bamil. Sotto c'è scritto: "Socrate 2.0". Alla fattoria si è passati dagli stenti agli ozi. Molto in fretta.... Scopri di più
Capitolo 4 - L'ozio costruttivo
La sorella di Bamil 'sceglie' di evitare la depressione. Di concentrarsi sulla parte mezza piena del bicchiere. Ci riesce grazie al carattere e ai suoi studi. Ha fatto un solo anno di liceo classico. Gli ha insegnato il gusto della lettura. Di selezionare le cose,metterle nel loro contesto.... Scopri di più
Capitolo 5 - Una moneta antica
C'è un concetto che si intreccia con tutte le nostre storie. E' grande come un palazzo. Porta sulle spalle aspettative enormi. Si chiama 'open source'. E' il momento di conoscerlo. Immaginiamo una moneta antica. Passata da troppe mani. Il rilievo scompare. Difficile dire il valore. Meglio spiegare... Scopri di più
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Capitolo 2 - All'ombra di un albero

Si dice che Aristotele detestasse la tecnica. 'Perchè inventare cose nuove quando abbiamo tutto?'. Come esempio di felicità perfetta citava Socrate. Felice coi suoi soli pensieri. Seduto da solo all'ombra di un albero. Aristotele dimenticava una cosa. La civiltà greca era un miracolo ma non per tutti. Era riservata a 40.000 aristocratici. Che vivevano sul lavoro di 300.000 schiavi. Nessuna tecnologia è superiore a uno schiavo. Lo diceva, anni fa, il sociologo Domenico De Masi. Nel 2020 (per fortuna) questo non è più vero. Secondo Time 2.0 sono successe due cose. L'intelligenza artificiale degli androidi ha continuato a raddoppiare. Parallelamente è diventato sempre più facile 'parlare' con loro. Un robot del 2000 costava circa 100.000 dollari. Programmarlo costava circa 400.000 dollari. Solo gli ingegneri potevano farlo. Baxter, del 2012, fu il primo robot per il grande pubblico. Costava 22.000 dollari. Programmabile da chiunque con i gesti, gratis. L'androide Ino è venduto a peso e capisce i comandi vocali. Morale: gli androidi non sono l'equivalente dei lavoratori tradizionali. Quelli sono i robot. Sono gli equivalenti degli schiavi. Come vedremo in un fotomontaggio di Bamil all'ombra di un albero. Una raffinata semplicità zen. Possibile grazie agli androidi. Che erediteranno la fatica fisica oggi inflitta alle persone. Un Socrate 2.0

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